Tutto sull’artista Charles Rennie Mackintosh: le opere migliori, la storia e quel suo braccetto con l’Art Nouveau raccontato dagli esperti del team di Idea Biella.
Il viaggio nella storia del design non è ancora finita per il team di Idea Biella. Oggi è il momento di Charles Rennie Mackintosh, delle sue opere, la sua storia e tutte le scelte che lo hanno portato a essere ricordato ancora oggi e negli anni a venire. Il maestro, di origini scozzesi, ha lasciato tanto alle generazioni future: modelli di design che strizzano l’occhio all’Art Nouveau e mobili dalle strutture architettoniche che non possono essere dimenticate e anzi, vengono prodotte e riproposte ancora nell’era odierna.
Ora non perdiamo altro tempo e scopriamo qualcosa in più sulla sua vita e sulle sue creazioni geniali.
Storia di Charles Rennie Mackintosh
Charles Rennie Mackintosh è nato a Glasgow il 7 giugno 1868 da una famiglia molto numerosa: è stato il quarto di undici figli e secondogenito maschio della famiglia. Mackintosh si distinse subito per la sua sete di conoscenza e voglia di studiare: nel 1890 fu il secondo vincitore della Borsa per Viaggi di Studio di Alexander Thomson, architetto scozzese. Dopo aver fatto ritorno dalla vacanza studio tornò a lavorare nello studio di architettura Honeyman and Keppie e, nel 1893 iniziò proprio lì il suo primo progetto importante di architettura e, nel 1903 divenne socio dello studio.
Nel 1906 progetto una delle sue più grandi commissioni: la Scotland Street School. Purtroppo poco più avanti tantissimi studi di architettura dovettero chiudere, tra cui quello con il quale collaborava Mackintosh. Cercò di aprirne uno suo insieme alla moglie, Margaret Macdonald Mackintosh, un’artista conosciuta alla Glasgow School of Art, ma non ci riuscirono e quindi, dopo un “anno sabbatico” immersi nella pittura, decisero di trasferirsi a Londra. Qui, Charles Rennie Mackintosh, inizialmente continuò a dipingere e a creare disegni per il mondo del tessile fino a che, nel 1916, non diete vita al suo ultimo progetto architettonico su commussione: ovvero quello della casa di W.J. Bassett-Lowke.
La fortuna, a livello di profitti, non sorrise alla coppia di sposi, infatti nel 1923 dovettero trasferirsi ancora, questa volta nel sud della Francia dove rimase per circa 5 anni e fu caratterizzata da altri disegni ad acquerello sia floreali che architettonici. Nel 1927 ci fu l’ultimo trasferimento, di nuovo a Londra, a causa delle precarie condizioni di salute di Charles Rennie Mackintosh, al quale venne poi diagnosticato un cancro alla gola e alla lingua. L’artista morì il 10 dicembre dell’anno successivo, in una casa di cura a Londra.
Tra le migliori opere? La sedia Hill di Mackintosh
Charles Rennie Mackintosh fu uno de “I Quattro”, un gruppo di artisti dallo spiccato stile modernista che portò a istituire la “Scuola di Glasgow” che influenzò anche l’Art Nouveau. Lo stile di Galsgow aveva come obiettivo quello di creare forme nuove e collegate all’oriente e all’arte giapponese che, in quegli anni, invase l’Europa.
Le sue opere di design sono state frutto, molto spesso, di una connessione tra i disegni dell’artista con quelli della moglie Margaret. I suoi disegni e le sue opere vennero riscoperte dopo la sua morte, tanto da far diventare Charles Rennie Mackintosh una figura importante nel mondo e per la storia del design.
Tra queste opere di mobili di design non possiamo non ricordare la sedia Hill, ideata da Mackintosh e oggi commercializzata da Cassina. Un vero esempio del connubio tra arredamento e stile orientale. Un pezzo di arredamento domestico molto caro al maestro e che ancora oggi stupisce per la sua imponente testata. La sedia Hill è iconica, realizzata in legno massello e dalla forma lineare che riprende il minimalismo di Mackintosh e il tipico design giapponese. La sua presenza scenica è imprescindibile.
Nello stesso stile non possiamo non ricordare anche la poltrona Willow, anche in questo caso commercializzata da Cassina, più bassa e dalle linee morbide che si sposano con altre dritte e schiette, senza abbandonare il legno massello.
Fonte foto: https://www.instagram.com/p/BNHThq_jQdk/